Sangue brado
"Sangue Brado e "Come dentro una macchina per scrivere" sono poesie dove la vera protagonista è l'amicizia spensierata tra il bambino ed un vecchio contadino, che vive immerso nella natura. Questo profondo sentimento, al bambino appare un'occasione irripetibile.
Oggi all'uomo basta chiudere gli occhi per rivedere quegli scenari resi immortali dal nastro che gira nella sua mente. Per rivivere la sua vita da bambino… Passata a interpretare il brado contadino!
Oggi, quella vecchia aia gli parla della vecchiaia, del suo stato di totale abbandono e solitudine.
Autunno.
L'aggobbita vigna ha deciso di regalare i suoi frutti. Vuole dimostrare che la vita è più forte della solitudine, dell'abbandono e che lei non si è mai arresa.
Ho raccolto le ultime gocce del sangue aspro, di quel contadino brado… Raro.
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Sangue brado
Molti i cuori appesi.
Pompano sangue,
nelle vecchie vene,
di quei contadini,
che non si sono mai arresi!
Vene come intrecciati tralci.
Da molto tempo
non fanno il loro lavoro le falci.
Alto è, allora, l'orzo selvatico.
Nascosto striscia il veleno antipatico.
La falce taglia il raspo,
tingendosi del rosso aspro.
Guardiana del sacro raccolto,
con il pugnale, punge la vespe.
C'è ancora sangue,
nelle vecchie vene
del contadino Oreste.
Sulla fronte
scivola la goccia di sudore,
era combattuta la vita al podere!
Senza pastore pascola,
come un brado gregge.
Non c'è più bastone
che la sorregge.
Vite appese, come burattini,
ai fili del teatro.
Poco più là riposa, interrato,
l'arrugginito aratro.
Dalla cima della collina laggiù,
l'infuocate frecce
trafiggono i vuoti occhi,
del vecchio ovile.
Ormai ho pieno il barile.
Aspro, brado,
ho raccolto le ultime gocce
di un sangue raro.
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Come dentro una macchina per scrivere
Sulla scrivania
una pagina del quaderno a righe vedo.
Su quel terreno,
oltre la siepe, cresceva il vigneto.
Righe dritte,
dove si sdraiano le parole scritte.
Filari paralleli,
nel mezzo ai quali, io oggi,
mi rivedo camminare ieri.
La penna si muove
da sinistra verso destra.
Oggi, fa una similitudine, la mia testa.
Ogni lettera disegnata….
Un'orma, sul terreno, lasciata.
Ogni parola formata….
Una distanza colmata.
A fine frase
colloco il puntino tondo.
Intanto, al filare,
ero giunto in fondo.
Un passaggio di vita racconto.
L'autunnale frutto raccolgo.
In quel passato ieri,
era festa in questo posto.
In questo presente oggi, io,
odoro ancora il buon profumo di mosto.
Di me stesso sono il burattino.
La penna muove i fili
di quel bambino.
In mezzo ai filari
lui cammina e ride,
ora va avanti, ora va indietro
la macchina da scrive.