Racconti sulla collina


"Sulle spighe non cresceranno

i chicchi di grano,

ma racconti

di un tempo lontano.

Piccoli pensieri,

attraverso i quali

io oggi…Rivivo ieri".


Io…"Trascinio"

I racconti che trovate impressi sulle pagine che seguono provengono dalla mia fantasia creativa. Prima di iniziare a esporvi le mie narrazioni voglio farvi una breve ma doverosa descrizione di me. Ciao a tutti voi. Il mio nome è "Trascinio". Nato durante la stagione calda per i miei genitori sono l'unico figlio. Mi hanno chiamato così perché fin da quando ero nella culla, riconoscevano in me un qualcosa di diverso, che gli altri neonati non avevano. Intendo la forza di un leone, qualità che crescendo mi ha aiutato a diventare un vero combattente, un conquistatore. Un trascinatore appunto. Proprio come un leone mi sento orgoglioso e coraggioso, attratto dall'avventura. Sono anche chiuso e introverso, ma all'occorrenza il ruggito diventa la mia voce. Mi ritengo solamente un solitario, non sono un animale…Io mi sento normale! Sono solamente un bambino riservato che custodisce la sua vita in privato. Non amo stare nel mezzo della folla, preferisco il mare e i territori solitari dove i miei momenti da solo li definisco tempi rari. Sono attratto dalla compagnia poco rumorosa di una luna silenziosa. Per gli altri sono una pecora nera, ma io per questo non mi sento un fuorilegge. Un fuori gregge semmai, che in mezzo alla gente pettegola, che impartire mi vuole la sua lezione, io mi sento un animale in via d'estinzione.

In un tempo passato mi è capitato di essere attraversato da un'insolita sensazione. Mi è successo mentre stavo camminando, oppure mentre mi apprestavo a compiere una qualsiasi altra azione. All'improvviso mi sono sentito strano. Il corpo si muoveva a terra, mentre la mente si trovava su di un pianeta lontano. Succedeva al mattino oppure alla sera, era come se la realtà non fosse vera. Allora ho iniziato a convivere con tali sensazioni con silenzio e indifferenza, perché avevo capito che era solamente il volo della mia intelligenza. Un volo che mi ha portato a esternarvi il mio pensiero interiore, a coltivare racconti sulla collina dove vivo, che poi saranno da voi raccolti. Già avete capito bene, coltivare racconti. Io non possiedo terra da arare, bensì una mente da far fruttare! Non ho messo il seme del grano in terra, che poi è divenuto il raccolto, ma ho coltivato idee nella mia mente, che poi sulla carta sono cresciute e divenute il racconto. Questa mia immaginazione creativa mi è nata dentro un giorno di autunno, quando incuriosito dal volo di molti gabbiani mi sono messo a osservare un contadino che arava la sua terra. Su e giù andava il trattore e a ogni passaggio il campo diveniva sempre più marrone. Il macchinario agricolo perdeva il seme dietro di sé. Chicco che avrebbe creato la piantina di grano, poi in estate divenuta matura sarebbe stato mietuto. Così anch'io, come faceva quel contadino, mi sono messo al lavoro. Non ho tracciato sulla terra i solchi dritti, ma ho impresso sulla carta i righi scritti. Al termine di ogni giorno non mi sono ritrovato un campo che dall'aratro era stato arato, ma un foglio che dalla mia penna era stato inchiostrato.


Buone letture…Scusate, buoni raccolti dei racconti a tutti!


Il cowboy di Sant. Antonio

Oltrepassata la sede ferroviaria dismessa, (un vecchio tracciato utilizzato in un'epoca passata da un treno merci, per il trasporto di materiale simile al carbone estratto dalle miniere vicine) e seguendo ancora il corso del fiume, entriamo nella grande valle. Qui possiamo scorgere i campi resi fertilissimi dalle periodiche alluvioni, le greggi delle pecore e le mandrie delle mucche al pascolo. Nascosto da alti pini, si lascia intravedere il villaggio rurale, che sorge sulla sponda sinistra del fiume, con il suo lungo viale d'ingresso alberato e al centro la grande piazza. Qui"Cri Cri" si reca a giocare a nascondino con i suoi amici. Un caseggiato storico risalente ai primi anni del XVIII secolo con la sua fattoria in rilievo, che in origine era utilizzata per l'accumulo del grano. Qua e là è possibile avvistare alcuni vecchi tralicci arrugginiti, alla loro sommità delle grandi ruote formate da pale. Ricordano delle margherite giganti. In questo grande west di "Cri Cri", così com'era già avvenuto per il Texas, le pompe a vento aiutano i contadini nell'irrigazione delle loro coltivazioni e per l'abbeveraggio di pecore e mucche. La ruota cattura il vento per tirare in superficie l'acqua dolce dei pozzi. Idea ingegnosa! "Cri Cri" osserva quella campagna e con orgoglio ammira quei tralicci protagonisti di tanti film western, emblemi del paesaggio texano, ma anche protagonisti nel panorama maremmano. Sarà forse un caso che da queste parti il centro abitato si chiami Sant'Antonio? Tuttavia non siamo in Texas!

In questa terra vicina alla costa occidentale vive un uomo, che "Cri Cri" conosce molto bene. Questo individuo è forte, coraggioso e fa innamorare di sé "Cri Cri" per come riesce ad affrontare la vita di tutti i giorni. Da quando è andato in pensione ha iniziato a coltivare la sua vera passione, vale a dire la pesca."Cri Cri" è molto piccolo e vedere suo nonno "Raddo" prepararsi per andare a pesca è come vedere un vero cowboy che prepara il suo cavallo per andare a caccia di fuorilegge. In testa il suo cappello di paglia, che "Cri Cri" custodisce molto gelosamente. La canna da pesca legata al cestello e via in sella al suo motorino giù per la discesa. Una pedalata e il motore inizia a scoppiettare…Non lo rivedrà più fino a sera. Fino a quando non sentirà il rumore classico del suo motorino, che faticosamente lo riporterà su per la salita. "Cri Cri" si precipita subito fuori, è curioso di vedere quanti pesci è riuscito a prendere, ma anche perché desidera fare un giro sul motorino. Per primo riesce a scorgere il cappello di paglia, poi i grandi occhiali da sole e infine il cowboy in sella al suo ronzino a due ruote. Purtroppo la vecchiaia con il passare del tempo lo costringerà a rinunciare a quelle sue battute di pesca solitarie. Per suo nonno quelle giornate di pesca rappresentano il massimo della spensieratezza e dello stare bene.


La pesca

"Cri Cri" coltiva la stessa passione di suo nonno, vale a dire la pesca. Da alcuni anni suo nonno ha smesso di lavorare e così può quasi ogni giorno programmare con grande passione le sue solitarie battute di pesca, da affrontare al vicino fiume. "Cri Cri" è ancora piccolo. Frequenta la scuola elementare del vicino villaggio e tutte le mattine deve svegliarsi presto per riuscire a prendere il giallo pullmino, che lo trasporta al luogo d'insegnamento. La settimana è stancante, ma a "Cri Cri" non interessa. Aspetta ugualmente con impazienza il sabato, giorno della settimana in cui la scuola è chiusa. Un numero sul calendario che lui cerchia in rosso, perché per lui è un giorno di festa, di celebrazione. Ricorre la grande giornata da trascorrere interamente e solamente in compagnia di suo nonno, con il solo scopo di catturare il pesce più grande. Oggi questo potrebbe giungere da lontano per cibarsi delle loro esche.

La sveglia suona prestissimo e fuori è ancora buio. Devono cercare di giungere al fiume prima di altri pescatori, se vogliono trovare ancora liberi i luoghi migliori dove pescare. Direzione fiume partono. Sono equipaggiati di tutta l'attrezzatura necessaria: canne da pesca, lenze, ami e naturalmente l'immancabile pranzo al sacco. Giunti sul luogo devono attraversare il campo per raggiungere la sponda sinistra del fiume. Per le gambe dell'anziano nonno questa è una vera impresa. Le sbarazzine gambe di "Cri Cri" si muovono velocemente, mentre quelle di suo nonno molto lentamente e a ogni passo è sempre stanco. "Cri Cri" si deve fermare continuamente, voltarsi indietro e ripetere a suo nonno che con quella loro velocità i pesci non li avrebbero aspettati. Finalmente giungono sulla sponda, quasi a entrare con i piedi nell'acqua, a quell'ora ancora molto fresca.

Con il posizionamento della giusta attrezzatura la grande cattura ha inizio. All'improvviso lo sguardo di "Cri Cri" si rivolge verso l'alto, verso le chiome degli alberi. Sente un cinguettio continuo. Scorge un piccolo nido costruito dagli uccellini su un ramo. Un soffio di vento fa volare dal suo interno, poi cadere in acqua alcune piume. Come piccole barchette spinte dalla forza del fiume iniziano a scivolare via, fino ad allontanarsi. "Cri Cri" sa bene che il corso d'acqua termina il suo percorso al mare. Gli piace pensare che anche quelle bianche piume giungeranno presto in quella sterminata distesa d'acqua. Il galleggiante colorato inizia ad andare su e giù, tanto che l'acqua intorno trema come le mani emozionate di suo nonno. Questo dà un colpo di frusta alla sua canna per catturare la preda, ma il suo equilibrio insicuro lo fa cadere indietro. Con un colpo di coda il pesce si slama….libero di vivere se ne va!

Da quell'ultima volta che "Cri Cri" ha pescato insieme a suo nonno non è più andato a catturare i pesci al fiume. Gli ha promesso che appena sarà diventato grande ritornerà da solo su quella sponda. Giunto sul posto si immaginerà che accanto a lui ci sia ancora almeno per un giorno il suo compagno di pesca, che ora si arrabbia perché il pesce gli è fuggito, che ora cade a terra, perché perde l'equilibrio…Che ora si trova lassù e gli vuole ancora bene.


La caccia

Questa notte è caduta molta neve. "Cri Cri" si è appena svegliato e affacciandosi alla finestra della sua cameretta, con grande sorpresa appare ai suoi occhi un mare bianco, che ha ricoperto tutta la sua campagna. In questo periodo dell'anno la caccia è aperta e suo nonno "Raddo" è un cacciatore. Non uno di quelli appassionato di caccia grossa, compiuta in squadra con altri cacciatori attratti da grandi animali da tana. A lui piace cacciare in solitario i volatili, eseguire quello che nell'ambiente di caccia si chiama : "tiro al volo". Questa mattina suo nonno chiede a "Cri Cri" se vuole andare con lui alla macchia per fargli compagnia mentre pratica la sua caccia, sarebbero ritornati a casa al calar del sole. "Cri Cri" credendo di andare a fare una scampagnata immerso nella natura e pranzare al sacco circondato dagli animali accetta la proposta di suo nonno senza esitazione. Così deciso s'incamminano.

Per giungere a destinazione devono prima attraversare un terreno che separa la loro casa dal luogo di caccia. Lo strato di neve formatosi per terra è molto alto, tanto che per le piccole ed esili gambe di "Cri Cri" è una vera impresa riuscire ad avanzare passo dopo passo. Finalmente dopo tanto faticare giungono alla macchia. Suo nonno inizia subito a segare alcuni rami da utilizzare come sostegno principale per la costruzione di quella che sarebbe stata la loro capanna. All'interno di questa sarebbero poi rimasti, per potersi confondere con l'ambiente durante la caccia. "Cri Cri" essendo piccolo si limita solamente ad aiutarlo a raccogliere le frasche rimaste per terra, per poi cercare di disporle sopra lo scheletro di legni, conficcati nel terreno. La capanna è pronta e loro possono entrare dentro e sistemare il loro materiale occorrente. È giunta la fame però, allora suo nonno stende per terra un telo dove sopra mette il pane e il formaggio. A "Cri Cri" piace molto pranzare circondato dall'odore di terra, dalle radici delle piante, dal muschio che cresce sopra i sassi. È così sereno e felice che si addormenta in una dolce nanna.

Bang bang. Il trambusto improvviso dello sparo lo sveglia poco dopo. Nell'aria percepisce solamente l'odore della polvere da sparo. Poi sente il fruscio dei pallini che cadono sulle frasche, come la pioggia che si abbatte sulla vegetazione. Quelle però non sono gocce di acqua…è piombo! Affacciandosi fuori vede cadere sulla bianca neve le tante piume e le penne colorate del povero volatile, come se fossero una pioggia di coriandoli. Per "Cri Cri" purtroppo ciò che vede non è una festa in maschera, anche se lui e suo nonno si sono travestiti come dei veri soldati. Subito si mette a piangere. A "Cri Cri" gli uccellini piacciono quando cantano.

Finalmente è giunta la sera il sole sta per tramontare. Dimenticato l'orrore vissuto "Cri Cri" si mette in cammino a fianco a suo nonno per ritornare a casa. Durante il tragitto nota in lontananza uno stormo di cornacchie. Queste stanno tranquillamente ritornando ai loro nidi, dove poter passare la notte. Osservando quella scena e tutta la campagna che lo circonda inizia a riflettere su quanto i suoi simili devono vergognarsi per le distruzioni che apportano al creato, alla bellezza della natura stessa. Pensa allora a un regno di pace, di silenzio, dove non si cacciano più gli animali. Un regno dove sono liberi, dove la caccia è vietata. Un'oasi di protezione, dove gli animali vivono nella pace, in armonia con l'ambiente, senza più paura e morte. Giura su se stesso che da grande non sarebbe mai diventato un cacciatore, perché la vita deve mantenere il suo acceso colore. Non si sarebbe mai trasformato in un cacciatore, invece del fucile avrebbe preso in mano la penna con l'inchiostro.

Diventare uno scrittore…Non un cacciatore!




I racconti sulla collina di Cristiano Benci, rappresentano idealmente un mondo fatto di semplicità e schiettezza che mette però al centro del suo gravitare i grandi temi: il valore dell'amicizia e della condivisione, nelle loro varie sfumature e, ancora, l'amore dell'autore, inestinguibile, per la natura.



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