Coriandoli (neri) dai mandorli
Esistette, in un tempo remoto, il borgo agricolo di Terracotta.
Situato sulla sponda sinistra del fiume, nasce dalla volontà dei contadini che abitano la campagna in quella lontana epoca. La loro intenzione è di costruire un villaggio che ricoprisse il ruolo di pastore, per tutti i poderi sparsi qua e la, nell'immenso territorio. Sentono la necessità di migliorare la qualità della loro vita, realizzando, sul posto, un disegno rivolto al bene comune. Il miglioramento della generale condizione sociale, con conseguente mutamento della struttura demografica, come l'aumento della durata media della vita e la registrazione di sempre più nascite, comporta la necessità di pensare ad ambienti dedicati alle cure delle persone, alla cultura e alle relazioni in generale. Le nuove costruzioni comprendono: una chiesa, una scuola, un locale per il medico, uno per il servizio postale, uno per il barbiere, una piccola macelleria, un panificio e una piazza, dove poter danzare tutti i fine settimana di quei lontani mesi estivi. Il borgo, nato al centro della grande campagna, oltre a soddisfare le necessità di tutta la comunità, con i propri nuovi mestieri, crea posti di lavoro, con conseguente beneficio per le risorse umane impegnate. Questo insieme di servizi, utili a tutta la popolazione, con il passare del tempo, diviene circondato da case abitate da coloro che, non lavorando nella campagna, si ritrovano nella posizione di poter lasciare i loro poderi e farvi richiesta di nuova residenza. Dopo la posa del primo mattone pochi anni passano per giungere al suo completamento. Le costruzioni si realizzano così rapidamente che dopo soli quattro anni avviene l'inaugurazione del borgo. Appena nato già conta una popolazione di un centinaio di persone. Il nome Terracotta è ideato e voluto fortemente da tutta la popolazione contadina, consapevole che lo stesso terreno coltivato può essere impiegato per la realizzazione dei mattoni, da utilizzare nelle nuove murature. Tra questi individui ci sono anche coloro che non solo coltivano i propri terreni, ma posseggano anche allevamenti di ovini e bovini. Mentre i coltivatori offrono la disponibilità a scavare nella loro proprietà e far trasportare il terreno fino al luogo di trasformazione, gli allevatori mettono a disposizione la paglia che avanza loro dall'impagliatura delle stalle. Durante i quattro anni di costruzione, gli agricoltori ottengono ottimi guadagni dalla collaborazione impostata con la fornace partoriente, giorno e notte, i mattoni ottenuti dalla cottura dell'impasto di terra e paglia. La soluzione per realizzare il miglior mattone, resistente e in grado di mantenere un ambiente temperato, è data da un imprenditore del nord, al quel tempo, realizzante laterizi in altre parti del Mondo. Il benestante industriale, in un'epoca antecedente alla costruzione del villaggio, acquista un podere di proprietà di un contadino, che ormai prossimo alla vecchiaia, si ritrova costretto ad andare a vivere, con sua figlia, in quel paese più a nord che prende il nome dalla gigantesca roccia attraversata dalla strada. L'imprenditore sceglie di acquistare detta proprietà, perché facendosi una gita, con la sua famiglia, in quel territorio, rimane stregato dalla sterminata campagna ancora verde. Ancora incontaminata. Un giorno racconta a Benjamin il perché di tanta purezza e limpidezza. Gli rivela, in tutta confidenza, che al suo paese, sparso nella grande pianura del nord, i pomodori non contengono ormai più il loro sapore originario. Anche il loro colore è cambiato, da quando lui era un bambino. Da questa perdita di sapori autentici, nasce in lui la necessità di cercare un luogo per trascorrerci le vacanze estive, dove la campagna fosse ancora rigogliosa, con i propri frutti colorati da tinte forti e non scolorati da chissà quale veleno. Quest'amicizia intima tra Benjamin e l'imprenditore da dove nasce? Da dove deriva il loro conoscersi? La risposta è semplice. Il grande podere giallo, dove l'imprenditore viene a starci durante i mesi caldi, confina con la casa dove vive Benjamin. Si conoscono così…Semplicemente presentandosi e stringendosi la mano. L'incontro avviene in una calda sera di luglio. Benjamin sta giocando a carte, insieme al suo babbo e al suo nonno in giardino. Congedato dal servizio militare proprio all'inizio della lontana estate, dopo un anno passato distante da casa, sente il desiderio di non uscire con gli amici, ma di trascorrere le sere calde insieme ai suoi familiari. Riscopre così i valori autentici della sua famiglia, come giocare con loro, allo stesso modo di quando era ancora un bambino. Trascorrono pochi giorni, da quando il signore benestante si trasferisce al suo podere in campagna, che una sera decide di incontrare e conoscere i suoi confinanti. Invece di incamminarsi verso la cima della collina, si dirige verso la valle, proprio in direzione della casa di Benjamin. Quest'ultimo, vedendo quel signore che cammina verso di lui, rivolgendosi ai suoi familiari, domanda…<Chissà perché ha scelto di venire a conoscere prima noi>? Riflettendo un attimo trova la risposta. <Semplice...Invece di camminare in salita, ha scelto la soluzione più facile, percorrere la strada in discesa>. Comunque, non pensando troppo a qual è il vero motivo, per cui l'imprenditore sceglie di conoscere prima la famiglia di Benjamin, l'importante è che quest'ultimo rimane contento della scelta, anche perché l'incontro gli modificherà per sempre il sentiero della sua vita. Un mutamento in positivo oppure in negativo? Non siate troppo curiosi! Continuate a leggere. A presentazioni fatte l'educato e sapiente personaggio inizia a raccontare il suo lavoro. Di cosa si occupa nella sua vita? Riferisce che è un imprenditore impegnato nel settore edile. Non costruisce direttamente le abitazioni ma grazie alle sue fornaci, sparse un po' in tutto il Mondo, produce i mattoni da utilizzare per tale destinazione. Insomma, grazie ai suoi prodotti, si può costruire case, anche in quei paesi non ancora sviluppati. Benjamin rimane affascinato dalla narrazione dell'uomo, soprattutto perché, a differenza di lui, ha potuto conoscere altri paesi lontani e molto diversi dal nostro, sia per cultura, sia per paesaggio. Benjamin si diploma nello stesso anno, durante il quale deve svolgere anche il servizio di leva militare. Per tali ragioni, non potendo lavorare e quindi mettere da parte i soldi necessari, non ha la possibilità di visitare altri territori stranieri. Vede, nell'interlocutore, seduto davanti a lui, un vero maestro intento a spiegare da dietro la cattedra, trasbordante di sapere, come fosse un manuale di geografia tirato giù dallo scaffale e appoggiato aperto su quella seggiola. Un libro illustrato, raffigurante di tutti i paesi: Europa, Africa, Australia, Asia, Stati Uniti, America meridionale e tanti altri, da sfogliare a colpi di domande, una dopo l'altra. La luna, intanto, compie gran parte della sua arcata, rispecchiandosi nell'impetuoso fiume di parole e passando, in un attimo, sull'altra sponda. E' il momento di salutarsi e andare a coricarsi. Benjamin non dorme per tutta la notte. Ripensa costantemente alla fortuna incontrata nel conoscere il nuovo vicino di casa. Un sentiero senza ostacoli gli si presenta davanti, grazie al nuovo personaggio, entrato da poche ore nella sua vita, portatore di un'immensa cultura e conoscenza. Germi di un'intelligenza unica, durante la sera stessa diffusi nell' ambiente familiare dove vive, come un'epidemia da virus. C'è proprio bisogno di un po' di cultura, da seminare nel vasto territorio, fino a quel momento sfruttato solo per la coltura. Benjamin viene presto a conoscenza dell'intenzione dei contadini, di costruire un villaggio che servisse da raggruppamento per i mestieri utili a tutta la popolazione della zona. Uno di quei contadini è suo nonno. E' pensiero comune di costruire un borgo tutto nuovo, dalle fondazioni al tetto, passando dai muri di sostegno perimetrali. La manodopera non manca ma il materiale da costruzione sì, come gli elementi da murare tra se. L'unica soluzione presentatasi è di farli giungere da lontano, con conseguente notevole consumo di denaro, andando ad aggravare una già mediocre situazione economica di tutti i residenti della zona, consapevoli, comunque, di quanta ricchezza la loro campagna potesse offrire. Nessun oro nascosto, ma la fortuna striscia, tuttavia, sotto i loro piedi, nel terreno che loro calpestano tutti i giorni. Rimane solamente da scavare. Che il tipo di terreno è particolarmente adatto per la realizzazione di mattoni, lo capiscono dalla pioggia. L'acqua bagnando la terra, la rende pastosa e plasmabile, proprio come la malta da costruzione. La terra, poi, asciugandosi sotto il sole, indurendo mantiene la forma assunta da bagnata. Anche suo nonno nota questo comportamento della terra. Durante le piogge, gli animali, da lui allevati, lasciano profonde impronte nel terreno, con il loro camminare a destra e a sinistra. Bastano pochi giorni di sole e la terra, indurendosi, forma profonde buche, che subito si devono ricoprire, per non inciamparci, col rischio di farsi del male. La terra diviene tanto dura e compatta che per lavorarla e livellarla si deve ricorrere all'uso della piccozza.
La materia prima non manca. Ciò di cui i contadini sono privi, fin dall'inizio, sembrano essere i macchinari giusti necessari a produrre mattoni della stessa forma e dimensioni, da cuocere in forni capaci di fornire ogni giorno grandi quantità di elementi costruttivi, pronti per essere impiegati nel vicino cantiere. Ai contadini manca anche il denaro necessario per realizzare la fornace. Provenendo, per di più, tutti dal lavoro nei campi, del mondo dei materiali da costruzione non conoscono proprio niente. La persona giusta, professionalmente preparata, portatrice di tale competenza, grazie al mestiere che svolge, fortunatamente, l'ha appena conosciuta Benjamin. Mattino seguente. Appena svegliato, si precipita immediatamente al vicino podere giallo, per dare il buongiorno all'imprenditore, ma soprattutto per porgli una domanda. Mentre cammina, Benjamin pensa dentro di se che le possibilità di risposta siano solamente due. Non ci sono altre possibilità. Se la risposta sarà positiva, si avvererà la scenografia tanto immaginata da lui per tutta la notte, con conseguente beneficio generale per tutto il territorio e la sua gente, trasformata per l'occasione nella vera protagonista del film di successo. Se invece la risposta sarà negativa, non riesce a immaginare quale scenario svantaggioso potrà essere destinato alla rurale zona. Per un attimo diviene una persona negativa. Pensa che il villaggio, tanto desiderato, non potrà mai essere costruito, rimanendo un territorio arretrato, privo di ogni servizio utile per gli abitanti. Come conseguenza, lui, perderebbe un'occasione d'oro per trovare un posto di lavoro, considerato che è appena ritornato dallo svolgere il servizio militare e ha bisogno di una sua dignitosa indipendenza economica. Il buongiorno dell'imprenditore lo riporta a concentrarsi su ciò che deve chiedergli e ad abbandonare i brutti pensieri. Si salutano come vecchi amici, poi, trovando il coraggio, non perché ha paura di lui, ma della sua risposta, Benjamin gli pronuncia la tanto studiata domanda. <Scusami il disturbo, ti voglio chiedere se ti può interessare la realizzazione di una fornace, per la produzione di mattoni in terra cotta, da utilizzare nella costruzione di un intero borgo. Il nuovo villaggio rappresenterà il centro di aggregazione per tutta la popolazione di questa vasta e meravigliosa campagna> . Continua. <Se t'incuriosisce il progetto e hai piacere a saperne di più, sono felice di spiegarti meglio>. L'imprenditore, non troppo sorpreso dalla richiesta, risponde: <sono onorato che tu abbia pensato a me per risolvere questo vostro urgente bisogno>. Continua. <Attento Benjamin, devi seguirmi in ciò che ti racconto>. L'inesperto e giovane ragazzo rimane in silenzio ad ascoltare. <Devi sapere che io lavoro proprio così. Realizzo le mie fornaci, dove c'è un effettivo bisogno di costruire nuovi villaggi. Sono chiamato direttamente dalla gente bisognosa di costruirsi il proprio benessere intorno, per uscire dalle varie situazioni di degrado e sottosviluppo. Insomma, per quanto mi riguarda, cerco di portare, un certo progresso nelle zone sparse qua e la, per il Mondo, che vivono nell'ignoranza, intesa come non conoscenza, lontane dai servizi fondamentali per una vita meritevole. Ecco perché non sono molto sorpreso dalla tua richiesta. Comunque, sentendomi anch'io, parte di questo territorio, accetto ben volentieri la tua proposta e ti aggiungo un concetto importante. Se mi aiuti a organizzare l'intero progetto, insieme alla popolazione, fino alla realizzazione della benedetta fornace, con sua successiva produzione, prometto che ti prendo a lavoro con me. Ti posso assumere come operaio magazziniere all'interno dell'impianto>. Questa mattina Benjamin non cerca altre parole, all'infuori di queste enunciate dall'imprenditore. E' andato a caccia di tali comunicazioni, proprio come fa un bambino correndo in qua e la, per il giardino dietro alle farfalle, con il suo retino. Ottiene il suo bottino e con la testa piena di note musicali uscite dalla bocca dell'imprenditore, ritorna a casa. Passa prima dal frutteto di suo nonno e raccoglie tanti buoni frutti maturi. Entrando in casa li consegna a sua mamma dicendole: <con tale raccolto prepara una bella e buona crostata, questo è un giorno da ricordare festeggiandolo con la gioia dello zucchero in bocca>. Giunge il momento del pranzo e tutta la famiglia si riunisce intorno alla tavola per fare festa e ascoltare le spiegazioni del loro ragazzo. Con poche parole racconta che, durante la mattina si è recato a trovare il loro vicino di casa, per chiedergli se fosse interessato ad aiutare la popolazione della zona, nella costruzione del loro tanto voluto borgo. Riferisce che l'industriale ha accettato. E' il suo lavoro, ma anche perché si sente parte di questa gente e della campagna, più bella di quella dove è nato lui. Aspetta che la sua mamma serve il dolce, per esporre la notizia, ancora più gradevole della prima: <se il progetto va a buon fine entro a lavoro alla fornace>. Per l'emozione, infischiandosene pure del suo terribile nemico "diabete", suo nonno, finisce in solitario, fetta dopo fetta, la grande crostata. Nei giorni che seguono Benjamin si impegna molto per organizzare una serata, durante la quale far incontrare l'imprenditore con gli agricoltori. Un po' tramite telefono e un po' andando direttamente a casa delle persone riesce a divulgare il suo progetto, invitandole alla riunione, molto importante per tutti. Il luogo che tutti conoscono bene, Benjamin lo individua nel piazzale fronteggiante la vecchia fattoria, utilizzata dai contadini per la rimessa e lo stoccaggio del grano, frutto della mietitura estiva. L'appuntamento avviene in una sera di metà maggio. Sembra di essere a scuola! Lassù, davanti alla porta del granaio, c'è seduto l'imprenditore e proprio come un maestro ha di gomiti appoggiati alla scrivania. A riempire la piazza sono presenti tutti o quasi, gli agricoltori e allevatori della zona. Benjamin, con atteggiamento da primo della classe, consapevole che è lui la forza sovrannaturale che ha mosso la sterminata massa di persone, portandola fino a lì per una serata di crescita generale, si dispone in prima fila e guai a chi cerca di spingerlo, con il rischio di allontanarlo dalla cattedra. Si ricorda, per un attimo, di quando frequenta la scuola. Tutti i giorni il maestro, all'inizio della lezione, gli ripete: <mi raccomando, fate silenzio e state attenti, vorrei, quando suona la campanella e uscite da quella porta, tutti voi siate più grandi di ieri di almeno tanto così>. Parlando fa segno con le dita ravvicinate, che quasi si toccano. Durante tutta la sera la classe sta in silenzio e molto attenta a ciò che l'istruito signore, parlando molto correttamente, cerca di spiegare e insegnare. Come veri alunni, i contadini, con molta educazione, che quasi non si accosta a un uomo rozzo, calzante grandi scarponi, alzano, a turno, la propria mano. Le domande sommergono l'imprenditore, com'è abitudine del fiume fare in quella zona, quando la sua piena travolge tutto ciò che incontrava lungo il tortuoso percorso. I mesi successivi sono necessari per preparare i progetti della fornace e presentarli al comune che amministra il territorio, al fine di ottenere i permessi, per procedere con la nuova realizzazione. Le autorità di competenza non ci impiegano molto tempo a rilasciare le autorizzazioni. Hanno accolto, loro stesse, molto positivamente quale fosse l'utilità del grande impianto produttivo. Aiutare l'intera popolazione della zona a costruire un loro sogno, promuovendo la valorizzazione dell'intero territorio comunale, risultando, non solo, essere un importante centro di aggregazione, ma con le varie funzioni di comune utilità necessita di un certo numero di artigiani e dipendenti, valorizzando anche le risorse umane del luogo, creando nuovi posti di lavoro. Giugno. I nastri trasportatori iniziano a girare. Ci sono orizzontali, inclinati e sulle spalle portano montagne di terra e paglia, provenienti dai terreni circostanti. La lavorazione delle materie prime avviene all'interno del capannone, mentre i mattoni prodotti sono stoccati all'estero, a riempire l'enorme piazzale, in attesa di essere trasportati in cantiere per essere murati. I sacchi di terra raffinata da impastare con acqua, per utilizzarla come malta, trovano ricovero sotto un'enorme tettoia di metallo. Come da promessa fattagli dall'amico imprenditore, Benjamin varca il possente cancello di ferro, per il suo primo giorno di lavoro, a produzione già iniziata da qualche settimana. Durante la prima fase di lavorazione, incentrata tutta sulla realizzazione dei primi mattoni, sono entrati in attività coloro scelti come addetti ai nastri trasportatori. Benjamin entra all'intero dell'area produttiva, rimanendo come paralizzato, mentre alle sue spalle il cancello si richiude. Ciò che lo immobilizza, impedendogli, per un istante di continuare a camminare, per raggiungere gli uffici, è la vista dello sterminato piazzale, pieno d'imballi, contenenti centinaia di mattoni. Rimane terrorizzato da tanta maestosità. Per un attimo pensa che, non avendo alcuna esperienza lavorativa, non sia la persona giusta per svolgere, con competenza, l'incarico affidato. Il tempo necessario per scambiarsi il buongiorno con gli impiegati in amministrazione e via, correndo, a prendere il primo muletto disponibile. La direzione è composta dallo stesso imprenditore con sua moglie e la loro figlia, che per il tempo strettamente necessario a costruire il villaggio, si sono tutti trasferiti nel loro podere di campagna. Non ci distraiamo. Corriamo a vedere come si comporta Benjamin, per la prima volta in assoluto, a manovrare un muletto, tra i tanti ostacoli da schivare. Come suo primo compito deve scaricare un enorme carrello pieno di imballi di mattoni ancora caldi, provenienti dall'intero del capannone e posizionarlo sopra gli altri, già presenti nella zona di magazzinaggio. Compito non facile per il disorientato operaio. Il terreno è tutto poggi e buche, tanto da non riuscire a infilare le maledette forche sotto l'involucro. Molto tempo gli occorreva per portare a termine detta operazione. Che paura sollevare, fino all'ultimo piano, come fosse un ascensore, l'ultimo pacco! Il muletto rimane sempre inclinato su un lato. Mentre procede in avanti, il macchinario pende, ora a destra, poi a sinistra. Che paura! Con il peso posto in alto e quest'oscillazione penso proprio che alla fine finirò col ribaltarmi, oppure l'imballo cadrà all'indietro rischiando di schiacciarmi. Questo pensa Benjamin mentre, con le gambe tremolanti, tenta, disperatamente, di portare a termine il suo lavoro. Deve, comunque, comportarsi bene e far vedere a tutti che sa svolgere il lavoro di magazziniere. Mansione difficile, almeno per i primi giorni, ma lui si sente forte e determinato ad andare avanti…Non intende certo perdere il posto di lavoro! E' troppo importante per la sua indipendenza economica. Così, grazie alle sue doti come pazienza e testardaggine, riscontrando altresì un atteggiamento familiare, rivoltogli da chi amministra, riesce a lasciarsi alle spalle i neri primi giorni. Nei giorni avvenire prendere, poi, sempre più confidenza con quel difficoltoso, pronto a disarcionarlo, proprio come fa il toro con il cowboy sulla groppa, durante un rodeo. I giorni divengono settimane. Le settimane divengono mesi. I mesi divengono anni. All'intero del piazzale, Benjamin non riesce a riposarsi un attimo. Dalla mattina alla sera c'è da scaricare gli imballi che provenivano dal capannone produttivo e stivarli nei rispettivi spazi. Quando vengono i costruttori a prenderli, c'è da inforcarli nuovamente e caricarli sui loro camion. E' una lavorazione continua. Per fortuna giunge anche la sera! Momento piacevole è quando Benjamin, da fuori, sente il continuo calare del rumore proveniente dai nastri trasportatori interni, fino al loro completo spegnimento. E' giunta l'ora di andare a casa. Stanco raggiunge l'auto e si fa trasportare sulla vicina collina, che al calar del sole, rappresenta una vera e propria sorgente di pace e benessere per il suo essere interiore. Succede alcune sere che, per la stanchezza, conduce la sua auto come se fosse ancora seduto sul muletto. Così eccolo lì, fermo lungo la fossetta della strada che cerca di maneggiare le leve e i comandi in modo errato. Come si arrabbia quando l'auto non gli ubbidisce! In un attimo di lucidità comprende il perché di quella situazione imbarazzante. Come un qualunque diciottenne al primo giorno di guida, si rifila due schiaffetti come rimprovero e via con l'inserimento della marcia giusta. Lungo il percorso si volta sempre a destra, incuriosito da come proseguono i lavori di costruzione. Riesce a scorgere in qua e là i nuovi scavi per le fondazioni, altri riempiti già di cemento e nuove murature portanti. In alcune costruzioni sono già arrivati a chiudere le grandi scatole con il tetto! Benjamin ha un pensiero. Se le costruzioni procedono tanto rapidamente, in breve tempo il villaggio è completato e la fornace è costretta a fermare per sempre i suoi nastri, senza motivo di produrre mattoni. Elementi che, per la loro forma squadrata e per ciò che, economicamente rappresentano Benjamin li immedesima in lingotti d'oro. Negli anni che seguono cerca di pensare di più al proprio lavoro e il meno possibile a quale scenario negativo si potesse aprire con l'inaugurazione del villaggio e la conseguente chiusura dell'impianto di produzione.
Fino a quando…
Coriandoli (neri) tra i mandorli di Cristiano Benci è un racconto agreste che ci fa rivivere nella quiete della natura, riscoprire momenti magici, quando il sole sorge lentamente all'orizzonte e i primi raggi si filtrano tra le foglie degli alberi e ci si trova immersi in uno spettacolo senza tempo. La bellezza della natura si svela in ogni suo dettaglio, come un dipinto vivente dipinto con i colori più vivaci. Il protagonista del racconto Benjamin ci condurrà in un mondo magico al confine tra l'inconscio e il santuario della natura.
Tuttavia la sua esistenza prenderà un declivio pericoloso quando a causa di un problema economico prenderà una decisione dalle conseguenze drammatiche.